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"text": "Si avvicina il voto di lunedì nelle Filippine quando 68 milioni di elettori saranno chiamati a esprimersi per il rinnovo della Camera dei rappresentanti e della metà del Senato, <b>ma anche di una moltitudine di assemblee provinciali </b>e municipalità. Sono le ultime ore di una campagna elettorale accesa che, oltre alle molte questioni sul tappeto nell’arcipelago, ha avuto come sfondo la contesa “dinastica” fra i clan Marcos e Duterte. Il primo che ha come esponente di maggior rilievo il presidente Ferdinand Marcos Jr, il secondo la sua vice (anche se sotto impeachment in attesa di un giudizio definitivo atteso dopo il voto) Sara Duterte. Sara continua a godere di ampio seguito, c<b>ome pure il padre, l’ex capo dello Stato Rodrigo Duterte</b>, che da marzo è sotto custodia giudiziaria all’Aja con un procedimento aperto contro di lui per crimini contro l’umanità dalla Corte penale internazionale (Cpi). Atti compiuti sia nel periodo in cui è stato sindaco per più mandati della grande città di Davao, sia durante la sua presidenza fra il 2016 e il 2022, nel contesto di brutali campagne dichiarate a Davao contro squatters e micro-criminalità e contro la tossicodipendenza da presidente, con migliaia di vittime (almeno 6.000 stimate dalla polizia, molte di più da fonti indipendenti)."
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"text": "<b>Detenzione e procedimento penale non gli hanno impedito di candidarsi </b>nuovamente a primo cittadino di Davao, non solo un segnale di orgoglio o di arroganza, ma anche un obiettivo che, se raggiunto, potrebbe sostenere le ambizioni presidenziali della figlia nel 2028. La consultazione di lunedì, infatti, data la collocazione intermedia tra una presidenziale e l’altra, potrà mostrare il gradimento per le politiche del presidente in carica o, di converso, le possibilità per i Duterte di continuare a ritagliarsi un ruolo importante e controverso nella vita del Paese."
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