Adesso un cittadino ucraino su tre può finire nella trappola russa
di
Davide Tizzo
Numeri alla mano, il 31% dei centri abitati è occupato dalle truppe di Mosca. Ecco come i possibili accordi per la tregua spaventano i territori, a partire dalla regione di Kherson

La Russia controlla meno di un quinto del territorio ucraino, ma in realtà l’impatto sulla popolazione supera le percentuali indicate dalle mappe di guerra. Perché il 31,31% dei centri abitati è occupato e il 10,89% si trova lungo aree di conflitto attivo. Anche questi numeri pesano sul possibile negoziato. Se anche Mosca ottenesse il pieno controllo delle aree attualmente conquistate, vorrebbe dire che un terzo di tutti gli ucraini resterebbe intrappolato nelle regioni russificate, dove prima del conflitto vivevano oltre 12 milioni di persone, sui 37 milioni di ucraini. Non è l’unica sproporzione tra quanto indicano le mappe e quale sia la reale portata delle conquiste del Cremlino. All’inizio di marzo 2025 la Russia occupava 460 comunità in Ucraina e altre 160 sono sotto il costante tiro del fuoco incrociato. Il vice primo ministro per la ricostruzione Oleksiy Kuleba ha ricordato che il Paese conta su 1.469 tra città e villaggi dove sono stati danneggiati o distrutti più di 32 mila edifici a più piani e oltre 2 mila chilometri di strade. La retorica del conflitto, tra patriottismo e imperialismo, nasconde a malapena altri e più veniali interessi. Su 2.160 tra giacimenti e impianti petroliferi ucraini, più di 700 sono attualmente occupati dall’esercito russo. In altre parole, l’81% dei giacimenti di carbone e il 24% di quelli di petrolio e gas sono sotto il controllo russo. Tra le conquiste vanno tenute in conto le coste e l’intero specchio d’acqua del Mare di Azov, dove si trovano gli impianti di estrazione offshore.L’ipotesi di accordi con ampie concessioni al Cremlino spaventa soprattutto regioni come quella di Kherson, dove le truppe russe controllano circa il 70% dell’intero territorio, sulla riva sinistra del Dnepr. E non solo perché gli Usa si sono chiamati fuori dal supporto all’organismo europeo-ucraino per la raccolta delle prove dei crimini russi. Negli ultimi giorni Mosca ha ribadito una sorta di ultimatum per quanti non chiedono “spontaneamente” il passaporto russo. Chi non chiederà la nuova cittadinanza verrà escluso dalla possibilità di proseguire nei contratti di lavoro, i bambini non potranno accedere all’istruzione e in generale non si potrà avere accesso ai servizi sanitari. Minacce che, a quanto viene fatto sapere da fonti clandestine nei territori occupati, stanno ottenendo l’effetto voluto.C’è poi il capitolo energia. Le infrastrutture ucraine sono state oggetto di attacchi su larga scala, intensificati nelle ultime settimane. La più grande centrale nucleare d’Europa, quella nella regione di Zaporizhzhia, è stata occupata dalle truppe russe all’inizio di marzo 2022. Conta su 6 unità e prima della guerra riusciva a soddisfare il fabbisogno energetico di un terzo del Paese. L’azienda statale ucraina Energoatom ha dichiarato di non conoscere il reale stato delle apparecchiature. L’impianto ha perso l’accesso all’acqua del bacino di Kakhovka dopo l’esplosione della centrale idroelettrica nel 2023, inondando l’intera regione fino a Kherson. Da allora la centrale utilizza l’acqua del bacino di raffreddamento, il cui livello sta diminuendo. Secondo le stime degli ingegneri, la carenza idrica impedisce l’avvio di più di due reattori nucleari e ci vorrebbe almeno un anno per riavviare le operazioni, poiché le condizioni tecniche dell’impianto sono ancora sconosciute.Durante la guerra l’Ucraina ha anche perso capacità di generazione da impianti a gas, a carbone e idroelettrici. Il sistema centrale di trasmissione del gas all’interno del Paese percorre oltre mille chilometri da est a ovest. Era stato costruito per trasportare il gas dai giacimenti russi in Siberia fino ai clienti europei. Il sistema ha la capacità di trasportare fino a 140 miliardi di metri cubi (bcm) all’anno, circa un terzo della domanda europea. I volumi sono però diminuiti già prima del conflitto e nel 2024, l’ultimo anno di attività previsto dall’accordo di transito tra Ucraina e Russia, il sistema ha pompato solo 14 miliardi di metri cubi di gas russo. Kiev non ha voluto estendere l’accordo di transito per privare la Russia dei proventi delle esportazioni. Il sistema è ancora utilizzato per trasportare il gas all’interno dell’Ucraina e Paesi come la Slovacchia e l’Ungheria hanno chiesto la ripresa delle forniture di gas russo.La conduttura nei giorni scorsi è stata utilizzata dalle forze di Mosca come inedito “Cavallo di Troia”. Alcune squadre di incursori russi si sono introdotte nel condotto da cui sono poi sbucati per attaccare le prime linee ucraine nel Kursk, la regione parzialmente occupata da Kiev che negli ultimi giorni ha dovuto fare i conti con un rapido arretramento imposto dalla nuova offensiva russa.
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