Consiglio dei ministri. Il Governo impugna la legge della Toscana sul fine vita
di
Sergio Cirinà
Motivazione: «Lede le competenze dello Stato». La normativa della Regione, la prima a disciplinare la materia, era stata approvata a metà marzo. Intanto al Senato si riprova con il testo base

Il governo impugna la legge della Regione Toscana sul fine vita. La decisione è arrivata ieri nel corso del Consiglio dei ministri. Il ricorso dell’esecutivo è arrivato ieri, per non sforare i tempi previsti dalla normativa regionale, due mesi dall’approvazione.La decisione è arrivata su proposta del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, il leghista Roberto Calderoli. Il motivo, spiega la nota di Palazzo Chigi, è che la legge toscana «esula in via assoluta dalle competenze regionali e lede le competenze esclusive dello Stato in materia di ordinamento civile e penale e di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, nonché il riparto di competenze in materia di tutela della salute e della ricerca scientifica e tecnologica, violando l’articolo 117» della Costituzione.Il Parlamento batte un colpo. «Il Comitato ristretto sulla legge sul fine vita sarà convocato la prossima settimana. Questo è il mio auspicio», dice il presidente della commissione Affari sociali del Senato, Francesco Zaffini di FdI. «Sul fine vita stiamo lavorando con il senatore Ignazio Zullo di FdI - fa eco uno dei relatori, il forzista Pierantonio Zanettin - per predisporre un testo base da presentare alle commissioni. I tempi sono maturi per una proposta che parta da quei principi enunciati a inizio marzo».La legge n° 16 della Regione Toscana era stata pubblicata lunedì 17 marzo sul Bollettino ufficiale regionale, un mese dopo l’approvazione in Consiglio regionale. La norma, che porta la data del 14 marzo, ha per titolo «Modalità organizzative per l’attuazione della sentenza della Corte costituzionale n.242/2019 e 135/2024». La legge aveva introdotto la vigenza delle norme che hanno equiparato l’aiuto al suicidio come prestazione delle istituzioni sanitarie toscane, al pari di qualunque altra. L’approvazione prevedeva anche 60 giorni per il Governo per impugnare la legge davanti alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni. La mossa di Palazzo Chigi già all’epoca dell’approvazione era stata giudicata probabile, anche perché al Senato erano da tempo depositati progetti di legge sul tema. La sentenza della Corte infatti può “coprire” fino al varo di una norma da parte del Parlamento singoli episodi, ribadendo che non esiste alcun “diritto di morire” fissato dalla Consulta.Il 15 febbraio Fi, FdI e Lega avevano presentato ricorso al Collegio di garanzia regionale chiedendo se la norma sul suicidio medicalmente assistito «in assenza di una legge statale che assicuri la necessaria uniformità» risultasse «conforme allo Statuto della Regione Toscana con il riparto di competenze legislative previsto in Costituzione». Il ricorso, che aveva congelato l’entrata in vigore della legge, era motivato dal fatto che la materia del fine vita non è di competenza regionale: la stessa Corte costituzionale aveva citato il Parlamento nazionale per l’elaborazione di una legge, senza menzionare le Regioni.Soddisfazione dalla maggioranza. «È impensabile che ciascuna regione possa decidere di normare su un tema così centrale e importante», commenta Giovanni Donzelli di FdI. «Giusta la decisione del governo di impugnare la legge sul fine vita. Una deriva che l’esecutivo ha fatto bene a bloccare», dice Mariastella Gelmini di Noi Moderati (Nm).Duro il commento del governatore toscano Eugenio Giani: «Paradossale che, invece di lavorare su una legge nazionale attesa da anni, il Governo scelga di ostacolare chi si è impegnato per attuare quanto stabilito dalla Corte costituzionale».Critiche dalle opposizioni. «Scelta ipocrita, cinica e codarda», attacca la segretaria del Pd, Elly Schlein: «Il Governo impugna la legge sul fine vita in Toscana, mentre con l'altra mano tiene bloccata la legge sul fine vita in Parlamento». «Abbiamo bisogno - commenta Carlo Calenda di Azione - di una legge sul fine vita da molto tempo. È questione di umanità e decenza. Il Governo pensi a questo piuttosto che impugnare la legge della Toscana». Angelo Bonelli di Avs accusa il governo di «atto di ferocia ideologica contro le famiglie e i malati terminali». «Alla faccia dell’autonomia di Salvini - dice il segretario di +Europa Riccardo Magi - che di fronte alla scelta di un Consiglio regionale, ammaina la bandiera autonomista».
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