In Sardegna l'archeologia incontra l'intelligenza artificiale
di
Alessandro Rossi
Nascerà presto in Italia il primo centro di ricerca che coniuga l'Ia e lo studio della civiltà nuragica. È il frutto di una collaborazione tra le università sarde e l'americana Duke University

Vedere con i propri occhi gli antichi abitanti dei nuraghi sardi svolgere le loro attività quotidiane accompagnati da una guida, uno storico in forma di "avatar" nella realtà aumentata: questa è solo una delle possibili applicazioni dell'intelligenza artificiale in campo archeologico. Ma quali scoperte finora irraggiungibili o inimmaginabili si potrebbero ancora fare se si studiasse approfonditamente l'utilizzo dell'Ia in archeologia? È per rispondere a questa domanda che in Sardegna verrà costruito il primo "Ai Archeo-Hub", un innovativo centro internazionale di ricerca, frutto della collaborazione tra la statunitense Duke University, le università di Cagliari e di Sassari e l’Associazione "La Sardegna verso l'UNESCO". Le potenzialità dell'Ia sono molteplici: sarebbe in grado di individuare le tracce di antichi insediamenti semplicemente analizzando le immagini satellitari o quelle raccolte dai droni; potrebbe confrontare i reperti, individuando affinità tra civiltà lontane oppure decifrare geroglifici o antichi linguaggi, accelerando e facilitando molto il lavoro degli studiosi. Permetterebbe poi di ottenere ricostruzioni virtuali in cui gli archeologi potrebbero sperimentare le ipotesi di studio personalmente o in cui i visitatori della sale museali potrebbero immergersi completamente. Il progetto svilupperà nuovi modelli per la classificazione automatica dei manufatti, permetterà di scoprire nuovi siti archeologici, e faciliterà la catalogazione dei siti nuragici già esistenti, avvalendosi di classificazioni automatiche basate sul telerilevamento e sul cosiddetto “machine learning”.
«Ai Archeo-HUB è una sfida ambiziosa e stimolante» ha spiegato Maurizio Forte, direttore del Dig@Lab della Duke University. «Intendiamo creare un modello di ricerca e formazione diverso da quelli tradizionali, un laboratorio di ricerca permanente e interdisciplinare che possa definire nuovi standard nella ricerca archeologica e offra strumenti innovativi per la valorizzazione del patrimonio culturale sardo. L’intelligenza artificiale sarà il nostro motore trainante ma anche la grande opportunità per formare giovani ricercatrici e ricercatori a livello internazionale grazie a specifiche borse di ricerca che auspichiamo di erogare presto». La primissima tappa del progetto guarda infatti ai giovani: verrà presto creata una summer school internazionale, dedicata all’intelligenza artificiale applicabile all’archeologia nuragica. Seguirà un inventario digitale sui nuraghi e uno studio neuro-cognitivo dell’architettura e dell’arte nuragica. Il nuovo progetto potrebbe avere ricadute molto positive anche sull’economia locale, valorizzando musei, siti, percorsi e l'unicità del paesaggio sardo.
Nascerà in Sardegna proprio con l’obiettivo di far crescere la conoscenza scientifica e la narrazione della civiltà nuragica. Secondo Pierpaolo Vargiu, presidente dell’Associazione La Sardegna verso l’Unesco, «potrebbe cambiare la percezione della nostra Isola nell’immaginario collettivo mondiale, moltiplicando le sue opportunità di sviluppo. Grazie alle nuove tecnologie e alle sfide legate all’innovazione oggi diamo vita a uno straordinario esperimento di collaborazione internazionale che sta già catturando l’attenzione di esperti provenienti da tutto il mondo e testimonia ancora una volta le potenzialità dell’antica civiltà sarda come asset centrale per lo sviluppo e la crescita economica della Sardegna». Insomma, l'isola potrebbe diventare un simbolo e un polo d'innovazione a livello globale.
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