Sicurezza sul lavoro. Meloni ai sindacati: governo pronto a cambiare sui subappalti
di
Sergio Cirinà
La premier conferma che ci sono 1,2 miliardi «disponibili per realizzare una serie di interventi concreti a tutela dei lavoratori e, di conseguenza, anche dei datori di lavoro»

È terminato a Palazzo Chigi il tavolo tra governo e sindacati sulla sicurezza sul lavoro. L'incontro, presieduto da Giorgia Meloni, è durato circa quattro ore. Il governo è disponibile a proporre un aggiornamento delle regole nella catena dei subappalti con l'obiettivo di rafforzare i controlli e le responsabilità con particolare riguardo alla sicurezza dei lavoratori, spiegando che «è un impegno concordato direttamente da Matteo Salvini con Giorgia Meloni». Durante l'incontro la premier ha ricordato che il governo ha reperito «assieme all'Inail altri 650 milioni di euro che intendiamo destinare a interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Risorse che, che insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Isi Inail 2024, portano ad oltre un miliardo e 200 milioni le risorse disponibili per realizzare una serie di interventi concreti a tutela dei lavoratori e, di conseguenza, anche dei datori di lavoro».
«È un segno della nostra determinazione sul tema - ha aggiunto la presidente del Consiglio -. Intendiamo destinare queste risorse al finanziamento di una serie di misure che stiamo studiando e che vogliamo discutere insieme con voi in questa sede, ma anche nei tavoli tecnici successivi che potranno essere avviati con i ministeri competenti. E ovviamente siamo qui anche per ascoltare le proposte che arrivano». Non solo il potenziamento del meccanismo "bonus-malus" relativo al calcolo dei premi Inail, ma anche interventi «sulla formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro attraverso finanziamenti Inail ai fondi interprofessionali», e in ambito scolastico, «rafforzando la conoscenza di questi temi tra i giovani» e «rendendo strutturale la copertura assicurativa Inail per allievi, personale docente e non docente di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, che questo governo ha introdotto nel 2023»: sono alcuni degli «ambiti di intervento» su cui l'esecutivo «intende concentrarsi», come ha spiegato Meloni. La premier ha parlato di «una formazione che va ad aggiungersi a quella obbligatoria e riguarda i settori ad alta incidenza infortunistica, come per esempio l'edilizia, la logistica e i trasporti. In generale - ha aggiunto - per migliorare gli interventi formativi, intendiamo creare un elenco nazionale dei soggetti formatori, a garanzia delle competenze di chi la effettua. Vogliamo parallelamente valorizzare il ruolo di tutte quelle figure, come Rls, Rspp, Aspp, che sui posti di lavoro sono deputate a gestire la sicurezza nei luoghi di lavoro».
«Intendiamo occuparci anche di scuola, non solo rafforzando la conoscenza di questi temi tra i giovani», ha spiegato annunciando l'intenzione di «realizzare campagne informative, ma anche attivare laboratori specifici nei quali i ragazzi potranno apprendere le nozioni fondamentali sulla sicurezza e sull'importanza di adottare comportamenti sicuri negli ambienti che frequentano ogni giorno».
Alla riunione, presieduta dalla premier Giorgia Meloni, hanno partecipato il vicepremier Antonio Tajani, i ministri Marina Calderone(Lavoro), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Tommaso Foti (Affari europei, politiche di coesione e Pnrr), il sottosegretario Lucia Albano (Economia) e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Ha preso parte alla riunione anche il presidente dell'Inail, Fabrizio D'Ascenzo. Per i sindacati erano presenti i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Maurizio Landini, Daniela Fumarola, e Pierpaolo Bombardieri, il segretario generale di Ugl Paolo Capone, e i rappresentanti di Usb, Cida, Cisal, Confedir, Confintesa, Confsal, Ciu e Cse.
I commenti al termine dell'incontro
«È importante che si sia assunto fino in fondo il dramma che sta vivendo il Paese delle morti sul lavoro. Il governo ci ha informato di come intende spendere i 650 milioni di euro in più messi sul tavolo tramite le risorse dell'Inail e ha dichiarato una disponibilità a confrontarsi. Noi abbiamo chiesto che non si discuta solo di quei fondi, ma si ragioni anche su altre risorse e che non si vada solo nella direzione di ridurre i costi per le imprese ma si mettano in campo interventi di formazione sui lavoratori e sui rappresentanti di sicurezza. Dal governo per la prima volta abbiamo trovato una disponibilità, almeno sulla carta, ad affrontare questi temi». Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini. «Abbiamo chiesto anche di aprire un confronto e il governo ha accettato di mettere mano - ha aggiunto - alla logica dei subappalti. Noi abbiamo chiesto di cancellare il subappalto a cascata, di mettere in discussione e riportale la responsabilità al committente. La maggioranza dei morti sul lavoro riguarda lavoratori precari, avviene in piccole imprese che sono in subappalto. L'impegno che è stato preso è di avviare nei prossimi giorni al ministero del Lavoro, con la regia di Palazzo Chigi, questo confronto. Non esprimo giudizi di merito, oltre a una disponibilità sui titoli cosa si farà bisogna verificarlo nei prossimi incontri».
«Credo che oggi abbiamo segnato una bella pagina di relazioni con il governo, con le altre parti, quindi ora bisogna soltanto mettersi a lavorare sui contenuti». Così la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola. «Credo che la cosa più importante sia quella che ha annunciato la premier Giorgia Meloni, ovvero una strategia nazionale con la necessità di tenere insieme tutti i soggetti che se ne devono occupare ed è una strategia che noi abbiamo spesso proposto, cioè quella del patto della responsabilità, che deve contenere quale primo punto salute e sicurezza. Credo che questo sia un obiettivo che abbiamo raggiunto». La strategia in questione su salute e sicurezza, ha infine osservato la sindacalista, «deve essere di lungo periodo, per poi continuare su altri obiettivi: salari, produttività, competenze, formazione».
All'incontro a palazzo Chigi «è andata bene intanto perché sono state accolte due nostre richieste: la prima era quella di istituire un tavolo alla presidenza del Consiglio dei ministri sul tema della sicurezza e dei morti sul lavoro; la seconda era quella di utilizzare i residui del bilancio Inail per destinarli alla sicurezza. Poi, ovviamente, dopo le due notizie positive, bisogna entrare nel merito». Così il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, aggiungendo che «c'è un altro dato positivo», ovvero che «si sta valutando come modificare il Codice degli appalti rispetto alle gare al massimo ribasso e agli appalti a cascata». E «c'è disponibilità a ragionare anche su ulteriori risorse». Dunque, «abbiamo espresso alla presidenza del Consiglio l'apprezzamento per queste scelte. Dopodiché bisogna capire come verranno utilizzati i fondi Inail, se per fare degli sgravi alle aziende, ma mi pare che la scelta sia invece quella di premiare le aziende che investono in sicurezza. Rimangono alcuni temi aperti sui quali ci incontreremo nei prossimi giorni», afferma ancora Bombardieri. Il tema della sicurezza «non riguarda solo i soldi. C'è la necessità di più ispettori e di coordinare le tante strutture che se ne occupano», rimarca tra l'altro Bombardieri, rimarcando anche la proposta del sindacato «di equiparare il trattamento delle famiglie delle vittime sul lavoro a quello delle famiglie delle vittime di mafia».
«L'Ugl ha proposto di avviare dieci Piani nazionali mirati, a partire dalla formazione specifica nei settori ad alto rischio, dalla sostituzione dei dispositivi di protezione obsoleti, fino all'addestramento per i lavoratori in cassa integrazione e alla messa in sicurezza di scuole, ospedali e altri edifici pubblici. Occorre, inoltre, adottare un piano straordinario per contrastare le malattie professionali, con visite mediche specialistiche mirate e formazione continua, soprattutto in quei settori dove il rischio è amplificato da età, genere o mansioni. Al contempo, bisogna potenziare le banche dati e i sistemi digitali per garantire un'azione ispettiva più efficace e prevenzione mirata, anche attraverso l'intelligenza artificiale, rafforzando gli organici degli ispettori del lavoro e valorizzandone il ruolo economico e professionale». Lo ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl.
«L'Ugl ha proposto di avviare dieci Piani nazionali mirati, a partire dalla formazione specifica nei settori ad alto rischio, dalla sostituzione dei dispositivi di protezione obsoleti, fino all'addestramento per i lavoratori in cassa integrazione e alla messa in sicurezza di scuole, ospedali e altri edifici pubblici. Occorre, inoltre, adottare un piano straordinario per contrastare le malattie professionali, con visite mediche specialistiche mirate e formazione continua, soprattutto in quei settori dove il rischio è amplificato da età, genere o mansioni. Al contempo, bisogna potenziare le banche dati e i sistemi digitali per garantire un'azione ispettiva più efficace e prevenzione mirata, anche attraverso l'intelligenza artificiale, rafforzando gli organici degli ispettori del lavoro e valorizzandone il ruolo economico e professionale». Lo ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl.
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