Leone XIV, il primo Papa statunitense: chi è Prevost
di
Davide Tizzo
Settant'anni da compiere, nato a Chicago, agostiniano, è stato per vent'anni missionario in Perù. Già prefetto del Dicastero per i vescovi, è stato creato cardinale nel 2023

Un uomo di Curia con il cuore missionario. O meglio un missionario prestato alla Curia. Leone XIV è un pastore a tutto tondo, in cui la capacità di dialogo e di decisione, legato al suo incarico di prefetto del Dicastero per i vescovi svolto dal 30 gennaio 2023 alla morte di papa Francesco, si abbina, anzi ha radice nell’esperienza di Chiesa vissuta in Perù, realtà vicina fisicamente ma culturalmente lontana dagli Stati Uniti, il suo Paese natale. Robert Francis Prevost ha infatti visto la luce il 14 settembre 1955 a Chicago (Illinois), figlio di Louis Marius Prevost con avi italiani e francesi e di Mildred Martinez dalle origini spagnole.
Ha due fratelli: Louis Martin e John Jospeh. Dopo il diploma conseguito nel 1973 presso il Seminario Minore dei padri agostiniani, Robert Francis ha ottenuto nel 1977 la laurea in Scienze matematiche e la licenza in filosofia all’Università Villanova a Filadelfia. Il 1° settembre dello stesso anno è entrato nel noviziato dell'Ordine di Sant'Agostino nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, a Saint Louis, emettendo i voti solenni il 29 agosto 1981. L'anno successivo ha ottenuto il diploma in teologia alla Catholic Theological Union di Chicago. È stato ordinato presbitero il 19 giugno 1982 a Roma (dove stava studiando Diritto canonico all’Angelicum) da monsignor Jean Jadot pro-presidente del Segretariato per i non cristiani, oggi Dicastero per il dialogo interreligioso.
Nel 1985 l’avvio dell’esperienza ad gentes in Perù dove ha prestato servizio come cancelliere della diocesi di Chulucanas e vicario parrocchiale della Concattedrale della Sacra Famiglia di Nazareth. Incarichi ricoperti fino al 1986. L’anno successivo ha conseguito il dottorato “magna con laude” in Diritto canonico presso la Pontificia Università “San Tommaso d’Aquino” con una tesi su “Il ruolo del priore locale dell’Ordine di Sant’Agostino”. Sempre nel 1987 è stato eletto direttore delle vocazioni e direttore delle missioni della Provincia Agostiniana “Madre del Buon Consiglio” di Olympia Fields, in Illinois. Nel 1988 è stato inviato nella missione peruviana di Trujillo come direttore del progetto di formazione comune degli aspiranti agostiniani dei Vicariati di Chulucanas, Iquitos e Apurímac. Lì è stato priore di comunità (1988-1992), direttore della formazione (1988-1998) e insegnante dei professi (1992-1998). Nell'arcidiocesi di Trujillo è stato inoltre vicario giudiziario (1989-1998), professore di Diritto Canonico, Patristica e Morale nel Seminario Maggiore “San Carlos e San Marcelo”.
Nel 1999 è stato eletto priore provinciale della Provincia “Madre del Buon Consiglio” (Chicago). Dopo due anni e mezzo, il Capitolo generale ordinario lo ha eletto priore generale, ministero che l'Ordine gli ha nuovamente affidato nel Capitolo generale ordinario del 2007. Nell'ottobre 2013 è tornato nella sua Provincia natale (Chicago) per essere insegnante dei professi e vicario provinciale; incarichi che ha ricoperto fino a quando papa Francesco lo ha nominato, il 3 novembre 2014, amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo (Perù), elevandolo alla dignità episcopale di vescovo titolare della diocesi di Sufar.
Ha quindi ricevuto la consacrazione episcopale il12 dicembre nella Cattedrale di Santa Maria a Chiclayo dall’arcivescovo James Patrick Green nunzio apostolico in Perù. Come motto ha scelto “In illo uno unum”, parole di sant’Agostino, tratte dalI’Esposizione sul Salmo 127 che sottolineano come “malgrado noi cristiani siamo molti, nell’unico Cristo siamo uno”. Il 26 settembre 2015 sempre papa Francesco lo ha nominato vescovo di Ayacucho.
Da marzo 2018 a gennaio 2023 è stato secondo vicepresidente della Conferenza episcopale peruviana, in seno alla quale è stato presidente della Commissione per la cultura e l'educazione e membro del consiglio economico. Il 15 aprile 2020 ha ricevuto anche la nomina di amministratore apostolico di Callao, incarico ricoperto fino al 26 maggio 2021. Risalgono a questi anni anche le accuse, sdegnosamente respinte, diffuse dalla testata spagnola infovaticana.com, di aver insabbiato le denunce di abusi sessuali su minori (risalenti agli anni 80 e 90) commessi da sacerdoti che avevano collaborato con lui negli Stati Uniti e in Perù. Per la vicenda statunitense, dopo la condanna da parte della giustizia ordinaria la Chiesa di Chicago aveva presentato pubbliche scuse alle famiglie delle vittime e pagato un risarcimento di 2 milioni di dollari. In relazione al Perù quattro suore avevano accusato due presbiteri di aver abusato di loro quand’erano bambine, di 9 e 13 anni. Dichiarate prescritte dalla giustizia ordinaria le vicende, le religiose aveva presentato denuncia all’autorità ecclesiastica senza che però che l’accusa venisse registrata. Il caso era stato poi portato all’attenzione della stampa cui l’arcivescovado Chiclayo aveva risposto che la denuncia era stata archiviata sulla base del procedimento della giustizia ordinaria, secondo cui non c’erano prove delle accuse nei confronti dei due sacerdoti, uno dei quali era stato comunque trasferito in un’altra diocesi. Per queste incresciose vicende, Prevost, come già detto ha sempre respinto sdegnosamente le accuse.
Dal 30 gennaio 2023 era prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. E proprio commentando il nuovo incarico di Curia, nel maggio 2023 Prevost aveva spiegato a Vatican News la continuità con l’esperienza vissuta in America Latina. «Mi considero ancora missionario – spiegò in particolare –. La mia vocazione come quella di ogni cristiano è l’essere missionario, annunciare il Vangelo là dove uno si trova. Certamente la mia vita è molto cambiata: ho la possibilità di servire il Santo Padre, di servire la Chiesa oggi, qui, dalla Curia romana. Una missione molto diversa da quella di prima ma anche una nuova opportunità di vivere una dimensione della mia vita che semplicemente è stata sempre rispondere “sì” quando ti chiedono un servizio».
«Essere un buon pastore – ha invece spiegato al sito augustinianorder.org - significa essere in grado di accompagnare il popolo di Dio e di vivere vicino a lui, non essere isolato. Papa Francesco lo ha detto chiaramente molte volte. Non vuole vescovi che vivono nei palazzi. Vuole vescovi che vivano in relazione con Dio, con il resto dell'episcopato, con i sacerdoti e soprattutto con il popolo di Dio in un modo che rifletta la compassione e l'amore di Cristo, creando comunità, imparando a vivere ciò che significa essere parte della Chiesa in un modo integrale che include molto ascolto e dialogo».
Tra gli altri incarichi, Prevost è stato membro dei Dicasteri per la dottrina della fede, per le Chiese orientali, per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, per la cultura e l’educazione, e della sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari presso il Dicastero per l’evangelizzazione. Ha fatto inoltre parte del Dicastero per i testi legislativi e della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Il 9 luglio 2023 al termine dell’Angelus papa Francesco ha annunciato la sua creazione a cardinale avvenuta nel Concistoro del 30 settembre successivo.
Il resto è storia recente, con la vicinanza a papa Francesco, anche nella malattia, testimoniata dal Rosario presieduto in piazza San Pietro per la salute di Francesco il 3 marzo. Certo non avrebbe immaginato di succedergli. Ma lo Spirito aveva in mente proprio il suo nome. Ecco la sua voce commossa ma precisa che risuona dalla Loggia esterna di San Pietro. Ecco le prime parole di Leone XIV: la pace sia con tutti voi!
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