In viaggio sulle orme di Karol Wojtyla
di
Klementina Koren
Ottava tappa: il cammino continua ancora in Polonia, da Wadowice a Kalwaria Zebrzydowska, attraverso i luoghi di Giovanni Paolo II








Sveglia all'alba per il mio secondo giorno di cammino. Oggi mi attende un percorso ricco di spiritualità che inizia a Wadowice, città che ha dato i natali a Karol Wojtyła, divenuto Papa Giovanni Paolo II. Questa graziosa cittadina che dista circa 50 km da Cracovia, conserva un'atmosfera particolare, quasi come se il tempo si fosse fermato agli anni della giovinezza del futuro pontefice. La prima tappa è il museo dedicato a Giovanni Paolo II, allestito nella casa natale del papa in via Kościelna. Entrando nell'edificio, un tempo modesto appartamento della famiglia Wojtyła, vengo avvolta da un'emozione particolare. Le stanze, accuratamente conservate, raccontano la vita quotidiana di quello che sarebbe diventato uno dei pontefici più amati della storia. Tra i cimeli esposti, ciò che cattura maggiormente la mia attenzione sono le pagelle scolastiche del giovane Karol. Mi soffermo a guardarle con curiosità, chiedendomi se anche lui, come qualsiasi studente, abbia mai rischiato qualche insufficienza. Trovo sorprendente come questi documenti apparentemente ordinari assumano un significato così profondo quando appartengono a una figura di tale importanza. Non posso lasciare Wadowice senza assaggiare la famosa Kremówka, la torta alla crema tanto amata dal Papa. Ne ho sentito parlare spesso, ma è la prima volta che ho l'opportunità di gustarla. In una pasticceria del centro città, ordino questa specialità locale composta da due strati di pasta sfoglia che racchiudono una generosa porzione di crema pasticcera. La cameriera mi spiega che non esiste una ricetta univoca: ogni famiglia, ogni pasticceria ha la propria versione, che varia principalmente per il grado di dolcezza. Terminata la visita e con il palato ancora deliziato dalla kremówka, mi dirigo verso Łękawica per iniziare il vero e proprio cammino di oggi.
Il percorso della Romea Strata in questa zona ha un significato particolare: sono gli stessi sentieri che Giovanni Paolo II amava percorrere durante le sue escursioni. Lungo il cammino, noto numerosi memoriali dedicati al pontefice, piccoli segni di devozione che testimoniano quanto sia ancora vivo il suo ricordo in questa terra. Una caratteristica che mi colpisce particolarmente dei sentieri polacchi è la segnaletica: cerchi bianchi con frecce arancioni, tutti dipinti a mano e tanti segni della Romea Strata sia sulle indicazioni direzionali che lungo i cammini. C'è qualcosa di profondamente autentico in questi segni, tracciati con cura da persone che conoscono e amano questi luoghi, ben diversi dalle indicazioni standardizzate a cui sono abituata in altri contesti.
Il percorso si snoda per circa 10 chilometri attraverso boschi rigogliosi, con saliscendi che mettono alla prova le mie gambe. È una camminata impegnativa ma gratificante, e penso con un sorriso che è proprio quello che ci vuole per smaltire le calorie della kremówka gustata a Wadowice! L'aria fresca del bosco, il canto degli uccelli e il frusciare delle foglie sotto i miei piedi creano un'atmosfera di serenità.
Dopo alcune ore di cammino e con un piccolo tratto affrontato in macchina, raggiungo finalmente la collina di Kalwaria. Il Santuario di Kalwaria Zebrzydowska si staglia maestoso davanti a me, situato sulla collina di Żarek (527 metri sul livello del mare) e sulle pendici del Monte Lanckorona (530 metri), a circa 40 chilometri a sud-ovest di Cracovia e 15 chilometri a est di Wadowice. Questo complesso, inserito nel 1999 dall'Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale, è considerato un paesaggio culturale di straordinaria bellezza e importanza spirituale. Mentre percorro i sentieri che collegano le 42 cappelle votive, comprendo perché l'Unesco abbia voluto riconoscere il valore universale di questo luogo: la cornice naturale, all'interno della quale sono inseriti luoghi simbolici di culto relativi alla Passione di Cristo e alla vita della Vergine Maria, è rimasta quasi immutata dal XVII secolo. Le cappelle, disposte secondo un preciso disegno topografico ispirato alla Gerusalemme dell'epoca di Cristo, creano un itinerario spirituale che i pellegrini percorrono in preghiera, rivivendo le tappe della Via Crucis. Il santuario è ancora oggi meta di numerosi pellegrinaggi. C'è qualcosa di magico in questo luogo dove natura e spiritualità si fondono in perfetta armonia.
Concludo così le tappe polacche del mio pellegrinaggio sulla Romea Strata. Sono stanca ma immensamente felice di aver potuto vivere questa esperienza in luoghi di così grande suggestione e bellezza. Porto con me non solo le immagini di paesaggi mozzafiato e architetture sacre, ma soprattutto la sensazione di aver camminato sulle orme di grandi uomini, in una terra che conserva con cura la loro immagine e memoria.
(8/continua)
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